KME Group, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di prodotti in rame e sue leghe, vanta una posizione di assoluto rilievo nel panorama internazionale della trasformazione del rame, con 14 stabilimenti produttivi, localizzati nei principali paesi e mercati europei, per un totale di 6.800 dipendenti. Lavoriamo in 16 diversi paesi, compresi Italia e Cina, ma la crisi è stata avvertita allo stesso modo nelle diverse realtà: per tutto il 2008 abbiamo potuto godere di una situazione stabile in tutte e quattro le nostre aree di business (rame, laminati, tubi e barre), ma con l’autunno abbiamo dovuto fare i conti con un brusco calo nelle vendite e quindi nella produzione. Le nostre attività produttive sono infatti strettamente legate ai settori dell’industria e dell’edilizia, che, come molti sanno, sono i settori che stanno maggiormente risentendo del mutamento improvviso dell’economia. Nonostante questo abbiamo deciso, sin da subito di fare di necessità virtù, promuovendo, in tutta Europa, una vasta serie di iniziative, soprattutto a favore e a sostegno dei nostri dipendenti. La prima mossa fatta è stata il ricorso agli ammortizzatori sociali, cui ha fatto seguito la gestione degli accordi sindacali. In Italia, ad esempio, avevamo annunciato circa 250 esuberi strutturali, pari a più del 15% della forza lavoro, ma siamo riusciti a trovare altre soluzioni, come pensionamenti anticipati, cassa integrazione e contratti di solidarietà. Con questi sistemi, intendiamo gestire sia gli aspetti strutturali sia gli aspetti congiunturali della crisi.
Diciamo che la risposta
Dal punto di vista gestionale ed operativo abbiamo avviato un progetto europeo di sviluppo delle risorse umane che vanta nuovi processi di analisi e sviluppo, nuovi inserimenti, azioni di sviluppo di fasce protette (talenti), nonché un rinnovato impulso per le attività formative legate alla lean production e all’eccellenza operativa.
Questi progetti hanno, ovviamente, visto l’impegno e la partecipazione di tutto il personale KME: ogni livello ha infatti subito tagli e restrizioni, i dirigenti, ad esempio, hanno volontariamente rinunciato all’MBO e alle ferie per finanziare il fondo di solidarietà.
La nostra risposta alla crisi, pensandoci bene, rispecchia fortemente i nostri valori aziendali, in particolare il Working Together, fondamentale oggi per promuovere innovazione nei prodotti e nel mercato e l’Accountability, fattore chiave per garantire l’implementazione delle decisioni all’interno dell’azienda. Da sempre in KME cerchiamo di diffondere comunicazione, interesse, senso di appartenenza e cultura della responsabilità a ogni livello della struttura; le risorse umane sono sempre state al centro dei nostri interessi, e, forse, proprio questa forma mentis ci ha permesso di affrontare in modo concreto e proficuo il momento di crisi che stiamo vivendo.
Vorrei ricordare un detto tratto dagli insegnamenti del filosofo cinese Confucio: “La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci sempre dopo una caduta”. Investire tempo ed energie nella gestione delle risorse umane, anche in momenti di crisi, significa costruire, passo passo, il futuro dell’azienda.
Abbiamo chiesto a Gianluca GRONDONA, Commercial Human Resources Director di Indesit Company di commentare i risultati della Survey Mading/AIDP “Anticipare la ripresa”. Indesit Company conta oltre 17mila dipendenti per 18 stabilimenti, che in 24 paesi producono annualmente circa 15 milioni di elettrodomestici, frutto di Innovazione e Design, e della continua ricerca della Qualità.
Dr. Grondona, dai risultati della nostra Survey Mading/AIDP emerge l’importanza che per molte aziende ha
Quando avete iniziato a percepire i primi segnali della crisi?
Occupazione in calo verticale, no, forse ci difendiamo: insomma situazione grave ma non seria.
Da molto tempo mi sono unito alla folta schiera di quelli che (ogni tanto..) riflettono sull’antinomia “casualità/volontà”. Ossia sulla questione se la vita e suoi accadimenti siano determinati solo dal caso, dal destino, dall’ignoto, ovvero come con un’intelligente e metodica applicazione si possano raggiungere i propri obiettivi, pianificando il futuro.
In concreto questo cosa significa?
“L’attività tradizionale dell’Udc, quella che se fossimo un soggetto profit definirei core business, è la formazione dei professionisti del caffè, quindi baristi, albergatori e ristoratori, il canale HoReCa per intenderci. A questo target, di recente, ne abbiamo aggiunti due nuovi: la formazione dei produttori di caffè e la formazione dei consumatori, vale a dire semplici appassionati di questa bevanda. Per quest’ultimo target cerchiamo di ripercorrere il cammino compiuto dal vino nei confronti dei sommelier non professionisti.
Quando i managers parlano, discutono o scrivono di Risorse Umane il rischio che spesso corrono e’ quello di scivolare nell’ambito tranquillo e soporifero dei luoghi comuni, magari conditi da slogan come: “Le risorse umane rappresentano il nostro più importante asset” o “Siamo una società di Persone” o ancora “We care about our People”. L’esperienza però mi ha insegnato che i managers si trovano spesso a disagio nell’affrontare questo tema, perché a dispetto delle frasi sopra citate, le persone non rappresentano una priorità nella loro agenda.
Il famoso triangolo (figura geometrica stabile per antonomasia) che fissa con lungimirante semplicità i tre pillars dell’attività di un manager
- definire una strategia
- scegliere una coerente struttura organizzativa
- scegliere e sviluppare le persone che dovranno fare funzionare il sistema),
viene spesso destabilizzato da una scarsa attenzione alla dimensione che riguarda le persone all’interno della struttura..
Senatore Treu, si parla molto di meritocrazia negli ultimi tempi. Ne parla il Governo, ne parlano i sindacati. In realtà è un discorso che la sua organizzazione politica ha già avviato dall’ultima legislatura. Difficile oggi trovare qualcuno contrario alla meritocrazia…