Ma la presenza del gentil sesso nei board continua ad essere bassa 

Poche ma molto brave; è il ritratto delle donne manager tracciato da uno studio di Evershed del 2012, che dimostra come, ad oggi, le aziende con il maggior numero di donne in consiglio di amministrazione, abbiano superato meglio la crisi finanziaria. Un’altra analisi, questa volta di Cerved, rileva che una presenza femminile pari almeno al 30% del board, porta a risultati migliori e addirittura dimezza il rischio di insolvenza. Se da un lato si moltiplicano le ricerche che illustrano i benefici per le imprese che hanno donne manager al top, dall’altro il numero di esponenti del gentil sesso in questi ruoli continua ad essere molto basso.

Dalla ricerca Evershed emerge una scarsa consapevolezza del fenomeno; analizzando le performances di 250 top company di Europa, Usa e Asia, tra l’ottobre del 2007 ed il dicembre del 2009, il periodo caldo della crisi, si è rilevato che l’andamento migliore dei bilanci si trova in quelle aziende in cui vi è una relazione tra un’alta percentuale di donne ed il numero di componenti del cda, al massimo 11 consiglieri. Quest’ultimo dato si è dimostrato rilevante in particolare nelle aziende britanniche e nel settore bancario; eppure, solo il 55% dei manager intervistati pensa che la diversità di genere nel board sia una chiave di successo e solo la metà di questi è favorevole ad intraprendere specifiche iniziative per aumentare la presenza delle donne nei cda.
Ma la situazione in Italia qual è? Lo studio di Cerved ha preso in esame duemila imprese italiane, con fatturato superiore ai 100 milioni di euro, tra il 2008 ed il 2009. Quando c’è almeno il 30% di donne nei board, il Roe (return on equity) è mediamente dell’11.6% contro il 9.1%, il Roi (return on investment) è del 4.8% contro il 2.9% delle altre imprese. Le probabilità di default, quando ci sono donne nel management, è più bassa, al 6% contro il 7.1%.
Eppure, sono solo l’11.9% le imprese italiane con almeno il 30% di donne nei cda, una percentuale stabile rispetto agli anni precedenti; la percentuale di donne tra gli amministratori è mediamente attorno al 9%; le aziende che ne hanno almeno una in cda sono il 38%.
Dando uno sguardo ai board delle 40 società a maggior capitalizzazione in piazza Affari, nei cda siedono 520 uomini e 23 donne.
A quanto pare anche di fronte a dati di fatto che inviterebbero a fare il contrario, si continua a lasciare poco spazio alla componente femminile nel mondo degli affari.
La Redazione
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