Frequentare stage e tirocini all’estero fornisce agli studenti la possibilità di costruirsi una carriera internazionale e di trovare più facilmente un’occupazione.
Il programma universitario Erasmus, nato nel 1987, ma balzato recentemente agli onori delle cronache italiane non per la sua utilità, ma perché agli studenti italiani è stata negata la possibilità di votare all’estero, rappresenta oggi uno step importante per dare un profilo internazionale al proprio curriculum e potersi costruire una carriera anche all’estero. Tra le 100 università più attive in Erasmus ci sono ben 16 atenei italiani, tra cui al terzo posto assoluto l’università Alba Mater di Bologna, al quinto la Sapienza di Roma e all’undicesimo l’Università degli Studi di Padova. Nella top 100 delle università che invece hanno accolto più studenti stranieri troviamo ancora Bologna, all’ottavo posto, e poi Firenze e la Sapienza di Roma. Mete preferite dagli studenti italiani: Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo, senza dimenticare la grande crescita d’interesse per la Turchia.
Formazione ma anche lavoro: la nuova sfida di “Europa 2020” è di far crescere la percentuale di studenti che trascorrono periodi di stage e tirocinio all’estero. Diversi sondaggi e studi recenti dimostrano che un’esperienza all’estero è valutata molto positivamente dai responsabili delle risorse umane; “gli Erasmus” vengono considerati persone intraprendenti, che hanno ampliato i propri orizzonti, migliorando le competenze linguistiche e respirando altre culture. 
LA REDAZIONE
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