Beneficio di efficienza o violazione della privacy?

Nel mese di febbraio ha fatto scalpore la notizia che Amazon avrebbe fornito ai suoi dipendenti impegnati nelle attività di logistica un “braccialetto” elettronico che avrebbe dovuto facilitare e rendere più efficiente l’attività di composizione dei pacchi in spedizione.

AIDP (Associazione Italiana Direzione del Personale) ha chiesto ai propri 3000 associati un’opinione circa l’intenzione della multinazionale americana di introdurre nel nostro Paese il braccialetto elettronico per aumentare la produttività.

La maggior parte dei rispondenti si è espressa in modo favorevole al braccialetto elettronico di Amazon, se questo rende più efficiente l’organizzazione del lavoro. Allo stesso tempo, però, la stragrande maggioranza ritiene che sia utile avere maggiori tutele per i lavoratori. Per il 75% degli interpellati, infatti, l’operazione di Amazon — così com’è stata presentata dall’azienda — può facilitare il lavoro dei dipendenti nel rintracciare in modo più efficiente la merce in magazzino.

Più sfumate le opinioni però sui rischi dello strumento.

Il 56,88% degli intervistati ritiene che non vi sia un rischio di controllo inaccettabile della prestazione del lavoratore, rischio che è percepito dal restante 43,13% degli interpellati.
Inoltre il 61,25% è dell’opinione che non vi sia una palese violazione della privacy e dell’autonomia del lavoratore.

Nel complesso, infatti, chi ha risposto alla survey considera il braccialetto alla stregua di altri dispositivi tecnologici come i più banali pc e cellulari aziendali, oppure come i sistemi di controllo satellitari delle auto aziendali e quelli di geolocalizzazione, peraltro ampiamente utilizzati in diversi ambiti produttivi. Tutti strumenti, si ritiene, che sulla carta hanno potenzialità di controllo.

Ciononostante circa il 65% del campione vede delle problematiche nell’introdurre simili sistemi digitali nella propria azienda.

BRACCIALETTO ELETTRONICO- INSTANT SURVEY 7.2

Anche il caso del “braccialetto elettronico” di Amazon ci riporta dunque a dover riconsiderare quanto la tecnologia stia influenzando la nostra vita e in generale il lavoro. Soprattutto la digitalizzazione dei processi, che rende disponibili in tempi rapidissimi informazioni un tempo impensabili, contiene, attraverso il requisito della tracciabilità, ampi rischi per la privacy.

I fenomeni moderni del “grande fratello” sono stati ampiamente descritti nel libro “Il Cerchio” di Dave Eggers, poi trasformato in film.
Per questo motivo, sono in molti, nella survey, a chiedere un rafforzamento delle norme per evitare ogni tipo di abuso dello strumento tecnologico.

L’introduzione del nuovo DGPR, il Regolamento Europeo in materia di Privacy, le novità introdotte in materia dal Jobs Act e le tutele previste dal nostro ordinamento per evitare i rischi delle nuove tecnologie in termini di controllo e privacy dei dipendenti, sono sicuramente un argine a possibili abusi e controlli illeciti dei lavoratori.
Oggi però, si può facilmente sapere dove siamo solo attraverso il monitoraggio del nostro smartphone.

Lo sviluppo delle nuove organizzazioni del lavoro richiederà, probabilmente, un aumento dei processi di condivisione e partecipazione anche delle persone con mansioni più esecutive, collegate sempre più in rete con il resto dell’azienda.

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