Saremo selezionati da robot?

Oggi l’impatto dell’intelligenza artificiale e della robotica è sempre più forte in tutti i campi di attività.

Anche nelle attività di gestione delle Risorse Umane l’Intelligenza Artificiale sta facendo il suo ingresso in modo sempre più pressante. Soprattutto nel processo di reclutamento e selezione del personale, molte aziende hanno iniziato ad utilizzare tecnologie basate sulla IA.

Il processo di reclutamento e selezione prevede, normalmente, una fase iniziale di definizione del profilo atteso del candidato ideale, seguito dalla comunicazione da parte dell’azienda al mercato del lavoro della posizione aperta, e dalla raccolta delle candidature.

Nella disamina delle informazioni contenute nei curricula vitae, sempre più spesso oggi si effettua un approfondimento della web reputation del candidato, e si procede alla classificazione delle informazioni raccolte.
Così definita la rosa dei candidati più idonei, la fase di selezione vera e propria può iniziare, solitamente attraverso uno o più colloqui conoscitivi per poi restringere il numero dei candidati sino alla scelta e all’assunzione.

Questo processo, fino a poco tempo fa, era un’attività esclusivamente umana.

Una recente ricerca dell’Associazione per la Direzione del Personale (AIDP), che si è svolta nel mese di aprile e ha visto il coinvolgimento di circa tremila Soci nella survey, ha ampiamente confermato che l’intelligenza artificiale sta avendo un impatto anche nei processi di selezione dei candidati e la stessa robotizzazione dei processi (vedi le chatbot) può migliorare l’efficienza di diversi ambiti della selezione, soprattutto quelli più ripetitivi.

Il dato più sorprendente che emerge dalla ricerca è che:

  • Più del 58% degli intervistati negli ultimi tre anni ha introdotto sistemi digitalizzati e automatizzati nei processi di reclutamento e selezione.
  • Il 63% ha utilizzato questi sistemi per le attività di pre-screening e per facilitare l’attività di selezione.
  • Il 45% per fare un’analisi automatizzata dei curricula e dei profili presenti nei data base.

Percentuali minori ma significative, invece, per coloro che ricorrono all’intelligenza artificiale e alla chatbot per l’analisi di processi più complessi. Tra queste:

  • Il 27% dichiara di utilizzare tali sistemi per fare un’analisi motivazionale del candidato tramite un check sui social e per verificare la sua web reputation.
  • Il 25% del campione li utilizza per fare interviste virtuali ai candidati.
  • Il 19% per un’analisi semantica dei curricula dei candidati, l’11% per esaminare i video dei candidati.

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Secondo chi li utilizza, i vantaggi dell’uso di questi sistemi sono principalmente la velocizzazione dei processi di reclutamento e selezione ed il risparmio di tempo. In misura minore, i vantaggi tangibili riguardano anche la qualità del processo di selezione, con una maggiore accuratezza nello screening dei CV.

La domanda di fondo però è quanto l’introduzione di algoritmi e strumenti che utilizzano l’IA potrà cambiare sempre più nel futuro le attività dei professionisti e il contributo dato dall’esperienza e dall’intelligenza umana.

Secondo il 76% degli intervistati, l’intelligenza artificiale cambierà in modo significativo l’attività dei professionisti delle risorse umane, ma allo stesso tempo tale cambiamento non costituisce una minaccia per la professione per oltre il 94%.

L’impatto dell’intelligenza artificiale nelle attività delle risorse umane va oltre la sola attività di selezione.

Alla domanda ‘in quali altri ambiti può essere utilizzata’, il 57% dei rispondenti ha indicato la formazione, il 41% la valutazione delle performance, il 40% la compensation, il 35% la valutazione del potenziale dei dipendenti, il 27% la mobilità e il 19% lo sviluppo delle carriere.

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La maggior parte dei professionisti HR è però convinto che il processo di reclutamento e selezione non potrà mai essere completamente automatizzato. Così come tutti ritengono che l’intelligenza artificiale non potrà sostituire completamente l’attività umana, anche nel futuro.

Questa survey ribadisce, dunque, che l’intelligenza artificiale andrà ad integrare sempre di più anche quelle attività professionali da sempre territorio dell’esperienza e del saper fare. Tali sistemi supporteranno le attività umane per renderle più efficienti e tenderanno a sostituire l’uomo solo dove il processo è più ripetitivo e standardizzato.

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