In questi anni, la diversity in azienda ha significato soprattutto il forzato svantaggio delle donne rispetto agli uomini.

Oggi, le diversità che si stanno consolidando nei luoghi di lavoro sono piuttosto quelle d’età e di nazionalità.

Secondo un’indagine di S3 Studium, società leader nelle analisi di scenario, che ha appena concluso uno studio sul futuro della gestione delle diversità nelle aziende, nel 2020 più che le discriminazioni di genere, resisteranno quelle d’età e di etnia, le quali si manifesteranno prima dell’entrata in azienda, durante la selezione del personale.

Secondo lo studio, nel 2020, le aziende continueranno a cercare di escludere le persone sopra i 50 anni.

Dall’altro lato però, l’aumento dell’internazionalizzazione farà crescere la competizione tra lavoratori di diverse provenienze geografiche e ciò riguarderà sia i lavoratori a bassa scolarizzazione sia i knowledge worker.

Gli ingegneri indiani, ad esempio, aumenteranno la competitività con gli italiani; questo rilancerà anche chi è già in Italia da tempo.

La presenza di immigrati di seconda generazione, integrati e con scolarità a volte superiore a quella dei giovani italiani, creerà una competizione ancora maggiore.

Quali previsioni per il 2020?

I team misti saranno una risorsa per i datori di lavoro, perché chi fa business dovrà sempre più confrontarsi con il mondo.

I giovani che entreranno in azienda nei prossimi dieci anni porteranno maggiore disponibilità alla multiculturalità e ciò sarà un beneficio, perché è dai gruppi misti che vengono le soluzioni più creative.

Una sfida economica ma anche culturale, che le aziende italiane sono chiamate a giocare in nome della competitività e dello sviluppo.

Share
This