Il giudizio di idoneità lavorativa nei soggetti con disturbi psichici
Il giudizio di idoneità lavorativa formulato dal Medico Competente è l’atto medico finalizzato alla valutazione della massima compatibilità tra lo stato psicofisico del lavoratore e i fattori di  rischio cui è esposto nello svolgimento della mansione lavorativa.
Un corretto giudizio di idoneità deve essere sempre  elaborato  tenendo nel giusto conto  il contesto biologico e psichico dell’individuo e l’ambiente lavorativo in cui opera.
Vi sono occasioni però in cui la situazione psicofisica del lavoratore – per le particolari problematiche di cui lo stesso è portatore – richiede uno”sforzo ”aggiuntivo” da parte del MC, al fine di personalizzare al massimo la valutazione “lavoratore-rischio” e fornire nel contempo al DL  indicazioni quanto più chiare far lavorare il dipendente in sicurezza. E’ il caso del lavoratore con:  
  • Alcool-dipendenza;
  • Tossico-dipendenza;
  • Patologie psichiche


 Alcol e Tossicodipendenza

L’attuale normativa in fatto di alcool (legge 125/03, Provv. 16/03/2006) e tossicodipendenza (Provv. 30/10/2007) ha risolto i dubbi valutativi, attuativi e certificativi connessi all’espressione del giudizio di idoneità nei soggetti con problematiche di dipendenza. Sia per il MC che per il DL sono ora chiari e “codificati” i passaggi per la corretta gestione nel contesto lavorativo del lavoratore.    
Patologie psichiche
Disturbi NON incompatibili ma interferenti con la normale attività lavorativa si presentano una o più volte nell’arco della vita in elevata percentuale della popolazione generale (> 20% ) e di questa il 10% viene trattata dallo psichiatra.
Gestione del lavoratore con problematiche psichiche
  • Difficoltà nell’organizzazione e programmazione dell’attività lavorativa
  • Rallentamento dell’attività, se interdipendente da altri centri di lavoro o in “catena” 
  • Difficoltà nell’integrazione e nel rapporto con i colleghi (isolamento,“mobbing di ritorno”)     Disattenzione nell’utilizzo dei DPI
  • Possibile riaccensione del disturbo sul posto di lavoro
  • Costi e difficoltà nell’adeguamento della postazione di lavoroPossibile rivendicazione nei confronti dell’azienda dell’insorgenza/aggravamento dei disturbi a causa dell’attività lavorativa

 A titolo esemplificativo, per quanto riguarda la produttività, nel soggetto con disturbo depressivo di grado lieve-moderato è attesa una “resa” variabile dal 75% al 100% in attività di operaio generico/manovale.
In altri disturbi della sfera psichica (schizofrenia, disturbi della personalità, psicosi) la produttività media, considerate anche le fasi di acuzie, oscilla dal 20% al 40%.
Lo psichiatra vede tradizionalmente nel lavoro un’occasione di socializzazione e di miglioramento relazionale focalizzandosi sulla patologia e sul controllo farmacologico della stessa, ma spesso sottovalutando l’interazione con i fattori di rischio lavorativo. Alla fine è il MC ad assumersi la responsabilità di valutare sul “campo” cosa può fare (in sicurezza) il lavoratore e il DL deve ottemperare le prescrizioni/limitazioni (spesso onerose) contenute nel giudizio di idoneità. 
Patologie psichiche di più frequente riscontro
·         Psicosi schizofreniche
·         Psicosi affettive:                                                                                                  
   disturbo bipolare
   depressione psicotica
·         Disturbi di personalità
·         Disturbi nevrotici:
   disturbi depressivi lievi-moderati
   disturbi d’ansia (fobie, attacchi di panico)
   disturbo dell’adattamento                                                                                    
La maggior parte delle patologie psichiche possono presentarsi con un quadro fenomenologico acuto e successivi periodi anche lunghi di cronicità fra un episodio acuto e l’altro (grazie anche al trattamento farmacologico).
L’osservazione di un disturbo psichico in acuzie, difficilmente compatibile con l’attività lavorativa, comporta sempre la formulazione di un giudizio di inidoneità temporanea o permanente. 
  
Il medico competente e il disturbo psichico in condizioni di cronicità.
Rilevare segni non eclatanti di patologia psichica nel corso di una visita di idoneità lavorativa non è né facile né semplice.
L’esame psichico infatti è un’operazione che richiede tempi non brevi, esperienza nell’impostare e condurre il colloquio, disponibilità dell’esaminando. Occorre infine saper riconoscere sintomi psichici quali elementi di alterazione dello stato normale della persona, nel contesto di una visita che non mira ad una valutazione esclusiva e mirata della sfera psichica. Il Medico Competente, più avvezzo a valutare nel lavoratore l’apparato osteo-articolare, respiratorio, cardiovascolare ecc..  deve curare la raccolta di informazioni relativa alla storia familiare (patologie psichiche nei familiari), lavorativa (frequenti cambi di aziende/mansione), ad eventuali precedenti di patologia psichica, eventuali terapie farmacologiche in atto o pregresse. Può essere utile richiedere al lavoratore, nel corso della visita – in caso di ragionevole dubbio o per incarichi lavorativi particolarmente “delicati”- la rilevazione spontanea in questionario di alcuni sintomi spesso correlati a situazioni di disagio psichico, quali: 
1) Aumentato consumo di alcol e tabacco
2) Dolori muscolari
3) Mal di testa
4) Stanchezza non motivata
5) Pressione alta
6) Dolori della colonna vertebrale
7) Disturbi della digestione
8) Comparsa di malattie della pelle
9) Disturbi del sonno
10) Disturbi del ritmo cardiaco
11) Eventi traumatici
Molto utili – ai fini di un più preciso inquadramento diagnostico di disturbo psichico – possono rilevarsi le informazioni del DL sul comportamento in Azienda: litigiosità immotivata con colleghi, riduzione dell’iniziativa, scarsa diligenza nelle procedure di sicurezza, contestazione di disposizioni aziendali, tendenza all’isolamento, assenteismo, sonnolenza mattutina, assunzione di alcolici nei luoghi di lavoro, manifeste alterazioni comportamentali.
Il Medico Competente valuta l’obiettività clinica (organica e psichica), integrata da eventuali informazioni sulla personalità ed il comportamento del lavoratore nel contesto lavorativo, nel sospetto dell’attualità di segni di sofferenza psichica
  • Contatta il Medico di Base ed eventualmente lo Psichiatra curante
  • Rilascia un’idoneità limitata nel tempo con cambio in mansione a basso rischio infortunistico
  • Rivede il dipendente a scadenze ravvicinate (30-45 giorni)
  • Riammette il dipendente alla mansione originaria a stabilizzazione clinica sentito anche il parere di uno Psichiatra di fiducia
  • Valuta l’interferenza della terapia farmacologica sull’attenzione e la vigilanza nell’attività lavorativa 
In conclusione possiamo dire che la formulazione del giudizio di idoneità lavorativa nel soggetto con problematiche psichiche richiede impegno ed equilibro da parte del Medico Competente che deve individualizzare il più possibile la  sua valutazione.
Al Datore di Lavoro devono essere date precise indicazioni su quello che il lavoratore può fare. A titolo esemplificativo un giudizio di idoneità lavorativa dovrebbe riportare eventuali osservazioni e limitazioni della mansione riguardo
  • Lavoro notturno
  • Impegno psicofisico
  • Responsabilità
  • Rischio infortunistico
  • Flessibilità nelle pause
  •  Impegno orario
  • Formazione e verifica dell’apprendimento in eventuale nuovo incarico
  • Tempi di rivalutazione dell’idoneità (sempre molto ravvicinati)

Share
This