16 Feb 2009

Crisi e ripresa


Lo sviluppo delle risorse umane come leva per la ripresa
A Marco DEL PUNTA, Human Resources Director Italy, Corporate People Reward and Development Manager del gruppo KME. abbiamo chiesto in che modo, nella sua azienda, si è cercato di far fronte alla crisi, in particolare dal punto di vista della gestione del personale.

KME Group, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di prodotti in rame e sue leghe, vanta una posizione di assoluto rilievo nel panorama internazionale della trasformazione del rame, con 14 stabilimenti produttivi, localizzati nei principali paesi e mercati europei, per un totale di 6.800 dipendenti. Lavoriamo in 16 diversi paesi, compresi Italia e Cina, ma la crisi è stata avvertita allo stesso modo nelle diverse realtà: per tutto il 2008 abbiamo potuto godere di una situazione stabile in tutte e quattro le nostre aree di business (rame, laminati, tubi e barre), ma con l’autunno abbiamo dovuto fare i conti con un brusco calo nelle vendite e quindi nella produzione. Le nostre attività produttive sono infatti strettamente legate ai settori dell’industria e dell’edilizia, che, come molti sanno, sono i settori che stanno maggiormente risentendo del mutamento improvviso dell’economia. Nonostante questo abbiamo deciso, sin da subito di fare di necessità virtù, promuovendo, in tutta Europa, una vasta serie di iniziative, soprattutto a favore e a sostegno dei nostri dipendenti.      La prima mossa fatta è stata il ricorso agli ammortizzatori sociali, cui ha fatto seguito la gestione degli accordi sindacali. In Italia, ad esempio, avevamo annunciato circa 250 esuberi strutturali, pari a più del 15% della forza lavoro, ma siamo riusciti a trovare altre soluzioni, come pensionamenti anticipati, cassa integrazione e contratti di solidarietà. Con questi sistemi, intendiamo gestire sia gli aspetti strutturali sia gli aspetti congiunturali della crisi.

 Diciamo che la risposta di KME Group alla crisi è stata una “risposta multipla”, infatti le azioni sopra citate sono state accompagnate da altri progetti interessanti, tra cui l’apertura di un benevolent fund,fondo di solidarietà strutturato per dipendenti in difficoltà, volto a tutelare i lavoratori in situazioni di stress finanziario e, ancora in fase di definizione, la possibilità per i dipendenti di usufruire di sconti con la grande distribuzione.

Dal punto di vista gestionale ed operativo abbiamo avviato un progetto europeo di sviluppo delle risorse umane che vanta nuovi processi di analisi e sviluppo, nuovi inserimenti, azioni di sviluppo di fasce protette (talenti), nonché un rinnovato impulso per le attività formative legate alla lean production e all’eccellenza operativa.

Questi progetti hanno, ovviamente, visto l’impegno e la partecipazione di tutto il personale KME: ogni livello ha infatti subito tagli e restrizioni, i dirigenti, ad esempio, hanno volontariamente rinunciato all’MBO e alle ferie per finanziare il fondo di solidarietà.

La nostra risposta alla crisi, pensandoci bene, rispecchia fortemente i nostri valori aziendali, in particolare il Working Together, fondamentale oggi per promuovere innovazione nei prodotti e nel mercato e l’Accountability, fattore chiave per garantire l’implementazione delle decisioni all’interno dell’azienda. Da sempre in KME cerchiamo di diffondere comunicazione, interesse, senso di appartenenza e cultura della responsabilità a ogni livello della struttura; le risorse umane sono sempre state al centro dei nostri interessi, e, forse, proprio questa forma mentis ci ha permesso di affrontare in modo concreto e proficuo il momento di crisi che stiamo vivendo.

Vorrei ricordare un detto tratto dagli insegnamenti del filosofo cinese Confucio: “La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci sempre dopo una caduta”. Investire tempo ed energie nella gestione delle risorse umane, anche in momenti di crisi, significa costruire, passo passo, il futuro dell’azienda.

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